Si scostò il vento

Si mutò il vento, uscì la luna
nuvole abbracciarono il cielo deserto
prone, supplici, oranti.

Sdruci da rammendare
pallidi cirri dal troppo breve respiro
su gemiti già distinti e strazianti.

Vorrei non ci fossero più i giorni tristi
l’infelicità, il camposanto
il dolore riacceso e assillante
il grido di sconforto d’affetto
il remoto terrore, a fiotti, interminabile.

Vorrei non ci fossero lacrime
da raccogliere con il dito:
non possono mancare
dove la morte accovacciata
è pronta a trarre il colpo
per condurre, laggiù, nel fondo.

Si scostò il vento
e si tese ad ascoltare
la malinconia che pungeva il cuore.

Nell’aria imboschita
della campagna appannata
la melodia accorata
fece eco ai lumi d’argento
della notte nuova del mondo.

E al canto degli Angeli
accorsi ad annunciare
la Tua presenza, quaggiù,
per questa umanità senza pace.