In un giorno qualunque

Uno dopo l’altro, giorni qualunque
uguali a loro stessi e a me.
Forse è questo morire: non sentire più niente
e sgranare le ore in frammenti
chicchi sparsi di melagrana
come rosario di preghiera.
Può darsi che la vita
sia questo sbriciolare istanti
senza averne istinto e parvenza
può darsi che la fine
sia l’inizio di altra consapevolezza
nell’imponderabile pienezza
dell’anima, nella sola coerenza
di essere palpito di universo
che tutto ammanta e unisce
e scolpisce, qui e oltre.
Può darsi che sia quello il cuore
del mondo finito nell’infinito
e che le voci degli uomini
rimbalzino echi di storia diversa
dove io e l’altro
abbiamo lo stesso sangue
e i medesimi sguardi.
Può darsi.
Però, mi accade di udire
la mia anima scuotersi sola
nella litania che affiora alla bocca
quando, giunta alla croce,
la melagrana avrà lasciato andare
tutti i suoi figli all’aspro di sorte.

Può darsi che, in un giorno qualunque,
ciò che era diviso tornerà ad essere.
Dall’amore unito.